
Per i tuoi nuovi cartelli vetrina, che non devono sottrarre spazio prezioso ai prodotti e alle decorazioni, è importante scegliere dimensioni contenute. Per i tuoi striscioni pubblicitari, invece, visibili anche da decine di metri di distanza, serviranno scritte più grandi e ben leggibili. Lo stesso vale per espositori roll-up, bandiere pubblicitarie e manifesti: in tutti questi casi, la leggibilità del testo è un elemento cruciale.
Ma da cosa dipende la leggibilità di un testo stampato su un supporto pubblicitario?
I fattori sono numerosi. Uno dei principali è il contrasto cromatico tra caratteri e sfondo. Scritte grigio chiaro su uno sfondo bianco, ad esempio, rischiano di essere poco visibili, così come combinazioni di colori troppo simili tra loro, come blu su azzurro o giallo su arancione. Per garantire una buona leggibilità, è indispensabile puntare su tonalità che creino un contrasto efficace.
Anche la grandezza del font è fondamentale. Lettere alte pochi centimetri non possono essere lette a decine di metri di distanza, mentre caratteri di pochi millimetri richiedono una distanza di lettura ravvicinata. La scelta delle dimensioni del font deve dunque tenere conto della distanza media a cui il pubblico si troverà rispetto al supporto. Per uno striscione pubblicitario visibile da 20-30 metri, ad esempio, è consigliabile utilizzare caratteri alti almeno 20 centimetri.
Infine, non meno importante è la scelta del font stesso. Alcuni caratteri tipografici risultano più chiari e leggibili rispetto ad altri, un dettaglio che può fare la differenza nell’efficacia del tuo messaggio.

Qual è il font più leggibile?
Prima di rispondere, è utile capire quali sono i font meno leggibili. Si tratta di quei caratteri che puntano più sull’estetica che sulla funzionalità, come i font calligrafici che imitano la scrittura a mano o quelli decorativi e creativi. Questi possono essere perfetti per un logo o un’insegna dal forte impatto visivo, ma sono inadatti per materiali pubblicitari che devono essere letti con facilità e velocità.
I font più leggibili
Quando si parla di leggibilità, non si può non citare Helvetica, uno dei font sans serif (senza grazie) più famosi e utilizzati al mondo. Disegnato negli anni '50, è noto per la sua chiarezza, sobrietà e semplicità. La leggibilità dell’Helvetica deriva dall’equilibrio tra i suoi tratti puliti e gli spazi vuoti ben calibrati, rendendolo una scelta eccellente per testi pubblicitari, segnaletica e interfacce digitali.
Un altro font sans serif molto leggibile è il Futura, creato negli anni ’20 in Germania e influenzato dalla Bauhaus. È caratterizzato da uno stile geometrico puro: ogni lettera è progettata a partire da forme elementari come cerchi, quadrati e triangoli. Questa precisione geometrica lo rende chiaro e leggibile, anche a distanza. Non a caso, il Futura è stato scelto per le comunicazioni delle Ferrovie Italiane e perfino per le targhe commemorative sulla Luna.

Tra gli altri font leggibili troviamo:
Arial – una delle alternative più comuni all’Helvetica, diffusa soprattutto nel mondo digitale.
Verdana – progettato appositamente per il web, con lettere ben distanziate e tratti chiari, ideale per la lettura su schermo.
Tahoma e Calibri – entrambi molto utilizzati nei documenti digitali e nelle presentazioni, grazie alla loro semplicità.
Times New Roman – un font serif, quindi con grazie, ma ancora oggi molto leggibile grazie alla sua lunga storia nell’editoria tradizionale.
Consigli pratici sulla scelta del font
Per scegliere il font più leggibile, considera sempre:
La distanza di lettura: a distanze elevate, meglio font sans serif e tratti spessi.
Il contrasto con lo sfondo: colori ben distinti migliorano la leggibilità.
Il contesto d’uso: stampa, web o segnaletica richiedono font diversi.
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